
Il Disturbo di Panico.
È una malattia che provoca improvvisi e ricorrenti “crisi”di panico che arrivano con o senza preavviso e, talvolta, senza ragione apparente. Tali attacchi sono accompagnati da una varietà di sintomi corporei e psicologici come sudorazione, dolori al petto o vertigini.
Con il passare del tempo, la paura di aver nuovi attacchi può crescere, e alcuni pazienti iniziano ad evitare le proprie normali attività: alcuni cambiano le proprie abitudini per allontanarsi da quelle situazioni che potrebbero scatenare un attacco di panico. Alcuni possono addirittura iniziare ad aver paura di lasciare la propria casa, temendo di essere sorpresi da un altro attacco in un luogo dove sarebbero incapaci di gestirne i sintomi.
Quanto è frequente il disturbo da attacchi di panico?
Secondo studi fatti in USA, Germania e in Italia circa 2-3 % delle persone soffrono di Disturbo di panico.
Il Disturbo di Panico è tanto comune quanto l’asma, ad esempio: dal 10% fino al 15% della popolazione hanno provato almeno un attacco di panico in qualche momento della propria vita.
II Disturbo di Panico sembra colpire da 2 a 3 volte più donne che uomini.
II Disturbo di Panico è stato documentato in soggetti di tutte le età, ma sembra essere più comune in persone di età compresa tra i 25 e 44 anni.
È una malattia che provoca improvvisi e ricorrenti “crisi”di panico che arrivano con o senza preavviso e, talvolta, senza ragione apparente. Tali attacchi sono accompagnati da una varietà di sintomi corporei e psicologici come sudorazione, dolori al petto o vertigini.
Con il passare del tempo, la paura di aver nuovi attacchi può crescere, e alcuni pazienti iniziano ad evitare le proprie normali attività: alcuni cambiano le proprie abitudini per allontanarsi da quelle situazioni che potrebbero scatenare un attacco di panico. Alcuni possono addirittura iniziare ad aver paura di lasciare la propria casa, temendo di essere sorpresi da un altro attacco in un luogo dove sarebbero incapaci di gestirne i sintomi.
Quanto è frequente il disturbo da attacchi di panico?
Secondo studi fatti in USA, Germania e in Italia circa 2-3 % delle persone soffrono di Disturbo di panico.
Il Disturbo di Panico è tanto comune quanto l’asma, ad esempio: dal 10% fino al 15% della popolazione hanno provato almeno un attacco di panico in qualche momento della propria vita.
II Disturbo di Panico sembra colpire da 2 a 3 volte più donne che uomini.
II Disturbo di Panico è stato documentato in soggetti di tutte le età, ma sembra essere più comune in persone di età compresa tra i 25 e 44 anni.
Come si presenta?
Il Disturbo di Panico è un particolare tipo di disturbo d’ansia caratterizzato da sintomi fisici e da un senso di grande paura (l’ansia è definibile come la sensazione che qualcosa di terribile, ma ancora ignoto, stia per accadere).
Arrivando senza preavviso e a volte senza motivo apparente, un attacco di panico può essere un’esperienza terrificante, specialmente per chi non sa cosa gli stia accadendo. Non è raro che molte persone nelle prime fasi dello sviluppo del Disturbo di Panico si affrettino al pronto soccorso, convinte di essere gravemente malate e che forse stanno per morire.
I sintomi degli attacchi di panico sono vari e includono effetti fisici, psicologici ed emozionali. Un attacco di panico normalmente dura da cinque minuti a mezz’ora, ma alcune persone hanno riportato casi di attacchi di panico durati per ore. I sintomi degli attacchi di panico, di solito raggiungono il culmine d’intensità in circa 10 minuti. Mentre alcune persone con Disturbo di Panico hanno attacchi solo di tanto in tanto, altre possono averli giornalmente, o in casi acuti, anche più volte al giorno.
Sintomi
I sintomi fisici dell’attacco di panico possono includere:
Sintomi psicologici ed emozionali accompagnano i sintomi fisici dell’attacco di panico. Per la maggior parte delle persone, l’attacco di panico porta:
Il punto di vista della Psicoterapia Funzionale
Il modello e la teoria funzionali del Sé ci permettono di inquadrare gli aspetti dell'ansia, attraverso una visione d'insieme che permetta di tener presente i vari livelli su cui si manifestano alterazioni e modificazioni.
Il Controllo si è dovuto sviluppare in modo eccessivo per tenere a bada (probabilmente sin dall’infanzia) paure vaganti e minacciose. Il soggetto si è “fatto forza”, è andato avanti nella vita con uno sforzo notevole. E le sensazioni corporee dovevano essere chiuse perché richiamavano antiche paure.
Tutto sembra funzionare, anche per anni; ma arrivati a un determinato punto lo sforzo comincia a non essere più sostenibile. Il controllo (che non può essere tenuto così alto per tanto tempo) si va logorando e comincia a presentare dei veri e propri “buchi”. E allora riemergono violentemente le paure e le sensazioni corporee che, sepolte sino ad allora, si rivelano irriconoscibili e assumono aspetti spaventosi.
Può ancora accadere che qualcuno, con un grosso sforzo ulteriore, riesca a rimettere sotto controllo paure e sensazioni ma solo per poco. Inevitabilmente si avranno ulteriori logoramenti e ripeggioramenti ancora più invalidanti.
I farmaci possono non bastare…
I farmaci antidepressivi e gli ansiolitici sono prescritti subito, per limitare l’ampiezza dei fenomeni ansiosi e ridurre la frequenza degli attacchi. Per efficace che sia, bisogna capire che questo trattamento da solo non basta a regolare in modo duraturo il problema. Offre un sollievo e costituisce una base sulla quale è possibile ricostruire il pensiero del paziente.
La Psicoterapia Funzionale per il Disturbo di Panico (Attacchi di Panico)
L’intervento che il Funzionalismo mette in atto si collega direttamente proprio ai funzionamenti di fondo messi in luce sia per l’attacco di panico sia per i disturbi d’ansia.
Ad esempio, risulta indispensabile in primis agire sul controllo, ridare alla persona la possibilità di allentare l’allarme e la perenne attivazione. Dobbiamo rendere morbido il controllo, riaprendo momenti di profondo allentamento che permettono poi (quando è veramente necessario) un controllo davvero efficace. Nell'ansia è molto importante ricostruire l'Esperienza dell'essere Tenuti e Contenuti, al fine di permettere all'individuo di trovare un attimo di pace per la sua irrequietezza, e della Protezione, per placare il senso di costante paura. Se ci sono stati continuamente motivi di allarme, allora allentare significa poter essere colti alla sprovvista da qualcosa di molto pericoloso, la paura si cristallizza e permane anche quando il pericolo non c'è più. A questo punto anche abbandonarsi al sonno può diventare angosciante quando non si è stati tenuti con sufficiente sicurezza. Ma è importante agire anche sulle sensazioni corporee profonde. L’ansia brucia la nostra capacità di “sentirci”: ci sposta sempre troppo sull’esterno (come del resto fa molto la società di oggi). Invece il contatto con sé è fondamentale: sentire le proprie sensazioni profonde ci permette di orientarci nel mondo, di percepire cosa è buono per noi, con chi stiamo bene, quali siano le vere nostre appartenenze.
Senza un adeguato trattamento, gli attacchi di panico possono avere gravi conseguenze. Il pericolo più immediato è che l’attacco di panico porti ad una fobia, perché si cerca di evitare quella stessa situazione che a nostro parere ha scatenato la malattia. Nel peggiore dei casi la persona sviluppa agorafobia, paura di stare all’aperto, perché si convincono che non uscendo si evitino tutte le situazioni che possono causare l’attacco di panico. Il terrore che scaturisce dall’attacco è così estenuante da preferire di vivere isolati dal resto del mondo. Queste situazioni estreme possono essere evitate ricorrendo in tempo ad una psicoterapia.
Molte persone sostengono di poterli controllare, ma come si può controllare l'inarrestabile paura di morire?
Se si soffre di questo problema meglio contattare il prima possibile uno specialista (potete contattarmi o per telefono o per email), si rischia di rovinare i rapporti con gli altri, sia personali sia lavorativi.
Riferimenti bibliografici
APA (2014). Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali Quinta edizione (DSM 5). Cortina Editore
-Rispoli L. (2004). Esperienze di Base e Sviluppo del Sé- L’evolutiva nella Psicoterapia Funzionale, Franco Angeli.
-Rispoli L. (2010). Il Funzionamento moderno nei disturbi d’ansia, in “Ansia che fare?”, a cura di L.D. Ragazzo, Cleup Padova.
-Sapolsky R. M. (2004). Perchè alle zebre non viene l'ulcera? La più istruttiva e divertente guida allo stress e alle malattie che produce. Con tutte le soluzioni per vincerlo, Orme Editori.
Il Disturbo di Panico è un particolare tipo di disturbo d’ansia caratterizzato da sintomi fisici e da un senso di grande paura (l’ansia è definibile come la sensazione che qualcosa di terribile, ma ancora ignoto, stia per accadere).
Arrivando senza preavviso e a volte senza motivo apparente, un attacco di panico può essere un’esperienza terrificante, specialmente per chi non sa cosa gli stia accadendo. Non è raro che molte persone nelle prime fasi dello sviluppo del Disturbo di Panico si affrettino al pronto soccorso, convinte di essere gravemente malate e che forse stanno per morire.
I sintomi degli attacchi di panico sono vari e includono effetti fisici, psicologici ed emozionali. Un attacco di panico normalmente dura da cinque minuti a mezz’ora, ma alcune persone hanno riportato casi di attacchi di panico durati per ore. I sintomi degli attacchi di panico, di solito raggiungono il culmine d’intensità in circa 10 minuti. Mentre alcune persone con Disturbo di Panico hanno attacchi solo di tanto in tanto, altre possono averli giornalmente, o in casi acuti, anche più volte al giorno.
Sintomi
I sintomi fisici dell’attacco di panico possono includere:
- palpitazioni
- tachicardie
- aumento della sudorazione
- dolori toracici o sensazioni di sconforto
- intorpidimento o formicolio degli arti
- sensazioni di soffocamento o di difficoltà a respirare
- vertigini, tremori, nausea
- brividi o vampate di calore
- altri inconvenienti gastro-intestinali
Sintomi psicologici ed emozionali accompagnano i sintomi fisici dell’attacco di panico. Per la maggior parte delle persone, l’attacco di panico porta:
- un senso crescente di terrore;
- una forte paura di perdere il controllo, di morire o di “impazzire”;
- la sensazione di essere come “fuori dal proprio corpo” o a provare un senso di irrealtà come nei sogni;
- talvolta a “congelarsi”, sentendosi paralizzati dalla propria paura
- provare un forte desiderio di fuggire dal luogo dove l’attacco è iniziato
- essere convinta di richiedere urgenti cure mediche
Il punto di vista della Psicoterapia Funzionale
Il modello e la teoria funzionali del Sé ci permettono di inquadrare gli aspetti dell'ansia, attraverso una visione d'insieme che permetta di tener presente i vari livelli su cui si manifestano alterazioni e modificazioni.
Il Controllo si è dovuto sviluppare in modo eccessivo per tenere a bada (probabilmente sin dall’infanzia) paure vaganti e minacciose. Il soggetto si è “fatto forza”, è andato avanti nella vita con uno sforzo notevole. E le sensazioni corporee dovevano essere chiuse perché richiamavano antiche paure.
Tutto sembra funzionare, anche per anni; ma arrivati a un determinato punto lo sforzo comincia a non essere più sostenibile. Il controllo (che non può essere tenuto così alto per tanto tempo) si va logorando e comincia a presentare dei veri e propri “buchi”. E allora riemergono violentemente le paure e le sensazioni corporee che, sepolte sino ad allora, si rivelano irriconoscibili e assumono aspetti spaventosi.
Può ancora accadere che qualcuno, con un grosso sforzo ulteriore, riesca a rimettere sotto controllo paure e sensazioni ma solo per poco. Inevitabilmente si avranno ulteriori logoramenti e ripeggioramenti ancora più invalidanti.
I farmaci possono non bastare…
I farmaci antidepressivi e gli ansiolitici sono prescritti subito, per limitare l’ampiezza dei fenomeni ansiosi e ridurre la frequenza degli attacchi. Per efficace che sia, bisogna capire che questo trattamento da solo non basta a regolare in modo duraturo il problema. Offre un sollievo e costituisce una base sulla quale è possibile ricostruire il pensiero del paziente.
La Psicoterapia Funzionale per il Disturbo di Panico (Attacchi di Panico)
L’intervento che il Funzionalismo mette in atto si collega direttamente proprio ai funzionamenti di fondo messi in luce sia per l’attacco di panico sia per i disturbi d’ansia.
Ad esempio, risulta indispensabile in primis agire sul controllo, ridare alla persona la possibilità di allentare l’allarme e la perenne attivazione. Dobbiamo rendere morbido il controllo, riaprendo momenti di profondo allentamento che permettono poi (quando è veramente necessario) un controllo davvero efficace. Nell'ansia è molto importante ricostruire l'Esperienza dell'essere Tenuti e Contenuti, al fine di permettere all'individuo di trovare un attimo di pace per la sua irrequietezza, e della Protezione, per placare il senso di costante paura. Se ci sono stati continuamente motivi di allarme, allora allentare significa poter essere colti alla sprovvista da qualcosa di molto pericoloso, la paura si cristallizza e permane anche quando il pericolo non c'è più. A questo punto anche abbandonarsi al sonno può diventare angosciante quando non si è stati tenuti con sufficiente sicurezza. Ma è importante agire anche sulle sensazioni corporee profonde. L’ansia brucia la nostra capacità di “sentirci”: ci sposta sempre troppo sull’esterno (come del resto fa molto la società di oggi). Invece il contatto con sé è fondamentale: sentire le proprie sensazioni profonde ci permette di orientarci nel mondo, di percepire cosa è buono per noi, con chi stiamo bene, quali siano le vere nostre appartenenze.
Senza un adeguato trattamento, gli attacchi di panico possono avere gravi conseguenze. Il pericolo più immediato è che l’attacco di panico porti ad una fobia, perché si cerca di evitare quella stessa situazione che a nostro parere ha scatenato la malattia. Nel peggiore dei casi la persona sviluppa agorafobia, paura di stare all’aperto, perché si convincono che non uscendo si evitino tutte le situazioni che possono causare l’attacco di panico. Il terrore che scaturisce dall’attacco è così estenuante da preferire di vivere isolati dal resto del mondo. Queste situazioni estreme possono essere evitate ricorrendo in tempo ad una psicoterapia.
Molte persone sostengono di poterli controllare, ma come si può controllare l'inarrestabile paura di morire?
Se si soffre di questo problema meglio contattare il prima possibile uno specialista (potete contattarmi o per telefono o per email), si rischia di rovinare i rapporti con gli altri, sia personali sia lavorativi.
Riferimenti bibliografici
APA (2014). Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali Quinta edizione (DSM 5). Cortina Editore
-Rispoli L. (2004). Esperienze di Base e Sviluppo del Sé- L’evolutiva nella Psicoterapia Funzionale, Franco Angeli.
-Rispoli L. (2010). Il Funzionamento moderno nei disturbi d’ansia, in “Ansia che fare?”, a cura di L.D. Ragazzo, Cleup Padova.
-Sapolsky R. M. (2004). Perchè alle zebre non viene l'ulcera? La più istruttiva e divertente guida allo stress e alle malattie che produce. Con tutte le soluzioni per vincerlo, Orme Editori.